[Tra un po’ uscirà la seconda edizione rivista del mio “Dante, nostro contemporaneo” (Castelvecchi). Pubblico qui una versione leggermente modificata di uno dei capitoli.]


1. Dante voleva un mondo di pace, un mondo come lo vuole la maggior parte di noi, ma a differenza di noi lo immaginava ordinato da un monarca dal potere assoluto. Il sogno politico del più grande poeta italiano non era non era forse troppo diverso da quello di chi oggi immagina di portare la pace con la forza in tutto il mondo; o da quello dell’Isis, che come il monarca dantesco ritiene di aver ricevuto il potere direttamente da Dio. Dante, per le sue prospettive imperiali, è totalmente distante agli occhi di chi, come la maggior parte dei moderni, vorrebbe un mondo libero, democratico ed egualitario.

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