11 maggio 2020

Dopo due mesi di isolamento, mi accorgo di provare un sentimento nuovo: la rabbia. Perché? In fondo sono un privilegiato: insegno all’Università, posso continuare a fare il mio lavoro e mi pagano lo stesso. La mia famiglia sta bene e non conosco direttamente nessuno che si sia ammalato o che sia morto. Vivo a Roma e gli amici e i conoscenti stanno vivendo un’esperienza sostanzialmente simile alla mia, anche nel privilegio: quasi tutti sono accademici o dipendenti pubblici e privati e nessuno di loro si è ritrovato senza lavoro o ha dovuto chiudere un’attività.

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