1. Il 15 maggio 1921 si svolgono le elezioni più insanguinate della storia d’Italia, le elezioni che sanciscono la fine del voto libero. E il 1921 è un anno di attentati che cambiarono il volto del paese e, più in generale, un momento di cesura per l’avvento del fascismo. Alla fine del ’21 c’è ormai in Italia un movimento armato con migliaia di militanti che sarebbe giunto al potere attraverso assassini, persecuzioni, esili e violenze contro ogni tentativo di opposizione.
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[Ripubblico qui un dialogo con Marco Pacioni apparso sulla rivista «Frontiere della psicoanalisi» (vol. 2 2021, pp. 397-407) con il titolo “Dante: ricapitolazioni autobiografiche e resistenze della storia”.]
1. Quando Dante diventa Dante
Quand’è che Dante diventa Dante? Oggi, all’epoca delle letture pubbliche, dei podcast, dei videogiochi e dei fumetti ispirati alla Commedia e delle iniziative organizzate, in varie parti del mondo, tra il 750° anniversario della nascita nel 2015 e il 700° della morte nel 2021, siamo abituati a pensare a Dante, in tutto il mondo, come al “sommo poeta”, al “padre della lingua italiana”.
Il 20 settembre, alla Fondazione Corriere della Sera, ho parlato di “Come si legge (e come non si legge) la Commedia“, a partire dal mio libro La poesia che cambia (Castelvecchi, 2021), introdotto da Paolo di Stefano, con le letture di Valeria Perdonò. Qui trovate il video.
[Questo articolo è già uscito su “Insula Europea” il 31 maggio 2021]
1. L’anno di Dante, il 2021, sarà ricordato non solo per le moltissime iniziative organizzate in Italia e nel mondo, ma soprattutto per alcune pubblicazioni destinate a durare, a partire dalle due edizioni della Commedia che vedranno presto la luce: quella a cura di Giorgio Inglese nell’àmbito dell’Edizione Nazionale della Società Dantesca Italiana e quella realizzata dall’équipe diretta da Paolo Trovato. Ma il 2021 è anche l’anno giusto per annunciare delle nuove scoperte. E tra quelle più importanti ci sono senz’altro le testimonianze della Commedia riemerse grazie alle ricerche di alcuni studiosi legati all’Università di Pavia.
[Questo articolo è già uscito su “Le parole e le cose” il 30 giugno 2021]
1. Nel settembre del 1920, il Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce inaugura a Ravenna le celebrazioni per il sesto centenario della morte di Dante. Croce spiega che è difficile ricondurre Dante al presente e che non tutte le interpretazioni sono legittime; distingue tra un culto esterno fatto di monumenti, edifici, studi, edizioni critiche e un culto interno che si stabilisce «sulla relazione vera e salutare dei nostri spiriti con lo spirito di lui». E parla di un Dante simbolo e ideale che si oppone al Dante poeta, poiché è convinto che: «Nella sua realtà Dante non può rispecchiare gl’ideali dei nostri tempi, nostri appunto perché egli fu d’altri tempi ed ebbe i suoi proprii ideali».
[A maggio esce per Castelvecchi “La poesia che cambia. Come si legge Dante”. Questa è la Premessa.]

Dante e noi
Ci sono molti modi di leggere Dante. C’è il modo degli studiosi, che analizzano, pubblicano, commentano e interpretano per rendere le opere disponibili e comprensibili per un pubblico il più ampio possibile. La fortuna di Dante, in questo senso, è innegabile: assieme a Omero, Platone e Shakespeare, è uno degli autori sui quali si pubblica di più nel mondo. Ed esiste quindi un Dante per le scuole e per le università; soprattutto in Italia, dove la lettura della Commedia è nei programmi scolastici dall’Unità.
[Il 29 aprile esce la mia Filologia dantesca. Un’introduzione (Carocci). Questa è la Premessa]

Il 25 marzo, in occasione del Dantedì 2021, è uscita la seconda edizione del mio Dante, nostro contemporaneo. Perché leggere ancora la ‘Commedia’ (Castelvecchi).
