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2021: Dante, nostro contemporaneo

Il 25 marzo, in occasione del Dantedì 2021, è uscita la seconda edizione del mio Dante, nostro contemporaneo. Perché leggere ancora la ‘Commedia’ (Castelvecchi).

Dante eterodosso?

[A breve uscirà la seconda edizione rivista del mio “Dante, nostro contemporaneo” (Castelvecchi). Pubblico qui una versione leggermente modificata di uno dei capitoli.]


1. È proprio vero che Dante è stato addomesticato e reso noioso «da secoli di accaparramenti da parte delle istituzioni», sommerso dal nazionalismo, trasformato «in emblema della coerenza e dell’unità»? 1 Che il poeta è stato preso d’assalto dalla Chiesa, che attraverso di lui avrebbe tentato di veicolare i suoi dogmi ufficiali? E che «generazioni di italiani ignorano che Dante è profondamente eterodosso nelle sue concezioni religiose», mentre la Chiesa prescriveva la necessità di accettare docilmente il contenuto delle Sacre Scritture (lo avrebbe stabilito l’enciclica di Benedetto XV del 30 aprile 1921) 2? È davvero questa la ragione per la quale «i giovani italiani» non amano «il loro più grande poeta»? Per questo «lo rispettano, ma non lo amano»?

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Notes:

  1. Cfr. Teodolinda Barolini, Il secolo di Dante. Viaggio alle origini della cultura letteraria italiana, traduzione di G. Bernardi, Bompiani, Milano, 2012, pp. 16-17. E vedi anche l’intervista di Paolo Di Stefano sul Corriere del 31 maggio 2020: https://www.corriere.it/cultura/dantedi-giornata-dante-alighieri/notizie/dante-ribelle-ora-leggiamolo-56afab12-a34d-11ea-8193-03ffea7ed6db.shtml.
  2. «In verità Noi riteniamo che gl’insegnamenti lasciatici da Dante in tutte le sue opere, ma specialmente nel suo triplice carme, possano servire quale validissima guida per gli uomini del nostro tempo. Innanzi tutto i cristiani debbono somma riverenza alla Sacra Scrittura e accettare con assoluta docilità quanto essa contiene». Cito dalla traduzione italiana disponibile in rete: http://www.vatican.va/content/benedict-xv/it/encyclicals/documents/hf_ben-xv_enc_30041921_in-praeclara-summorum.html.

Il mondo di Dante


1. Il mondo di ieri

Dante viveva nel mondo di ieri, un mondo in cui quasi tutti, come scrive Amos Oz, avevano almeno tre certezze 1:

dove avrebbero trascorso la vita, che cosa avrebbero fatto per vivere e quello che sarebbe successo dopo la morte. Quasi tutti, centocinquant’anni fa più o meno, quasi tutti in tutto il mondo, sapevano che avrebbero trascorso la vita là dove erano nati – o nei pressi, magari nel villaggio vicino. Tutti sapevano che si sarebbero guadagnati da vivere più o meno come i loro genitori avevano fatto nella generazione precedente. E tutti sapevano che, se si fossero comportati bene, sarebbero approdati a un mondo migliore, dopo la morte. Il XX secolo ha eroso, spesso distrutto, queste e altre certezze.

Oggi tutto è cambiato. La maggior parte di noi non sa per certo dove vivrà, che lavoro farà e soprattutto non ha nessuna certezza sulla vita dopo la morte. 

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Notes:

  1. Amos Oz, Contro il fanatismo, MIlano, Feltrinelli, 2004, p. 44.

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