1. In una delle scene migliori di Casino Royale, James Bond (Daniel Craig) incontra per la prima volta Vesper (Eva Green), il funzionario del governo britannico incaricato di consegnargli il denaro necessario per affrontare il nemico di turno, che significativamente si chiama Le Chiffre (‘La Cifra’). Vesper si siede all’improvviso davanti a Bond in treno e dice solo: «I’m the money» (‘Io sono i soldi’). La battuta è efficace perché tratteggia bene il personaggio e racchiude il senso del film: una donna chiusa nel suo ruolo di genere (la femme fatale), interamente dominata dal denaro (che cercherà di rubare per salvare l’uomo che ama, che non è Bond), un potere inarrestabile che è tutto in mano agli uomini, che siano buoni (Bond) o cattivi (Le Chiffre). Questo è Casino Royale. Ma a nessuno, credo, è venuto in mente di accusare gli sceneggiatori (o Ian Fleming) di non aver immaginato una donna meno bella e più intelligente, meno vittima e più libera. Nessuno, in altre parole, ha preteso che Vesper e Bond non fossero quello che dovevano essere. Per qualche strana ragione questo è invece ciò che accade spesso con Dante e con la letteratura medievale. 

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