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Tag: Zadie Smith

Cosa significa essere Roth


[Una versione più breve di questo articolo è già uscita su Insula Europea il 22 maggio 2020, col titolo Tutto è permesso e nulla conta. Su Philip Roth]


Sur cette terre il y a une chose effroyable, c’est que tout le monde a ses raisons  (Jean Renoir, La règle du jeu)

1. Il giavellotto

Perché leggiamo un romanzo? Per imparare, per pensare, per divertirci, per smettere di pensare? Che cosa chiediamo a un romanzo? La verità sul mondo e sugli uomini? Di farci vedere quello che non conosciamo? Qualche ora di piacere? Forse tutte queste cose insieme, ma io credo che molte persone cerchino nei romanzi soprattutto un insieme di corrispondenze con quello che è accaduto o che potrebbe accadere nella loro vita e in particolare con quello che di volta in volta considerano più importante. O almeno è questo che cerco io. 

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Dante e io

1. Una delle prime cose che ci insegnano a scuola sul nostro più grande scrittore, Dante – subito dopo averci comunicato che è stato il più grande – è che, in buona sostanza, sappiamo tutto della sua vita. E non intendo dire solo che della biografia di Dante si conosce relativamente molto (anche se la documentazione diretta non è abbondante); intendo dire che in Italia siamo portati a vedere in Dante il supremo esempio di quella capacità positiva, tipica della poesia premoderna, di pretendere di dire la “verità”: un uomo, quindi, che ha opinioni solide e convinzioni incrollabili, che ha molti dubbi ma sa come affrontarli e risolverli e che pur assumendo cento maschere (i molteplici personaggi della Commedia) prova un’empatia rigidamente regolata dalle sue convinzioni etiche (il personaggio di Dante ha pietà di Paolo e Francesca; l’autore della Commedia li condanna senza riserve) e in tutte le sue opere poetiche (Rime, Vita nuovaCommedia) è ovunque e sempre presente, come un dio che si incarna continuamente.

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